Don Pino Puglisi, sacerdote ucciso dalla mafia, insegnava ai giovani che il vero inferno per un quartiere si realizzava nel momento in cui finiva l'amore per il proprio territorio, perché cercava non di essere un prete antimafia, ma cercava di valorizzare la bellezza che c'era in ogni giovane perché era convinto che quando ognuno dava il proprio contributo per il quartiere tutto poteva migliorare diventavando un paradiso. Don Pino diceva di non aver paura di ciò che dice la mafia, ma del silenzio degli onesti.
abcIl 2 giugno 2017, gli aderenti e simpatizzanti dell'Azione cattolica della Diocesi di Vallo della Lucania sono stati ospitati dall'Azione cattolica della Diocesi di Napoli insieme all'Azione cattolica della Diocesi di Sant'Angelo dei Lombardi. Il presidente diocesano di Vallo, Antonio Voria, ha risposto con piacere all'invito di visitare il rione Sanità con le catacombe sotterranee delle "Fontanelle". Siamo ritornati a casa stupiti e meravigliati come "il pastore della meraviglia" nella simbologia del presepe napoletano dinanzi alla grotta che non porta nulla se non il dono di stupirsi dinanzi al mistero della natività con le braccia aperte e il capo rivolto al cielo. E di meraviglia si è trattata quando abbiamo visto all'opera don Giuseppe Rinaldi, prete e parroco della Basilica di Santa Maria della Sanità, che con tanta passione e coraggio rende viva la presenza di una Chiesa schierata in prima linea in un quartiere dalle mille difficoltà sociali e problemi che riempiono le cronache nere dei giornali e telegiornali ogni giorno. Don Giuseppe, per allontanare i giovani dalla strada della perdizione, ha costituito delle cooperative sociali tra cui una con giovani guide che ci hanno accompagnato a visitare la Napoli sotterranea e un'altra di catering che ci ha offerto il pranzo, ed è riuscito a essere testimone credibile di una Chiesa che non abbandona al suo cieco destino il popolo napoletano. Un popolo che come abbiamo visto è legato indissolubilmente alla figura di Totò per il quale la facoltà di Architettura ha voluto progettare e realizzare con il Comune un'area verde nel cuore del Rione Sanità dove Totò era nato. Lì è stato posto un pannello traforato con la sagoma dell'attore, a rappresentare che la sua morte in quel quartiere aveva lasciato un vuoto incolmabile per i napoletani, come simboleggiato dal vuoto della sagoma del pannello, dopo che Totò aveva riversato per quel quartiere tante attenzioni e tanto aiuto verso i più bisognosi. Tutto ciò fa' ben sperare per una Napoli che vuole rinascere con i suoi personaggi-simbolo e venir fuori dalle tenebre della catacombe e dalla morte impressa nei teschi delle "Fontanelle" con la luce dell'entusiasmo dei giovani che tanto amano il loro territorio. Giustamente don Angelo Imbriaco ha chiuso il suo intervento sulla giornata citando A. Einstein: "Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l'inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno a guardare".
abcIeri, 31 maggio 2017, a chiusura del mese mariano, nella splendida cornice della cappella della Madonna del Carmine si è tenuto un rosario, recitando i misteri alternati con i canti mariani dei bambini di Cardile, diretti e preparati da Simona D'Aiuto. A chiusura "lectura Dantis" sul 33° canto del Paradiso, "la preghiera alla Vergine" di San Bernardo da Chiaravalle, interpretata magistralmente da Adolfo Nastasi. A proposito di Paradiso, Dante scriveva al termine della Divina commedia:"TRE COSE CI SONO RIMASTE DEL PARADISO: LE STELLE, I FIORI E I BAMBINI" e così in questa serata le stelle descritte a chiusura dei versi di Dante non sono mancate, come pure i fiori del "Piccolo Carmelo di Cardile", dove "Carmelo" significa in ebraico "Paradiso"/"Giardino di Dio" e i bambini che con i loro canti hanno allietato i fedeli presenti.
abcSi è tenuta il 27 maggio scorso la proiezione del film “se non avessi l'amore” con introduzione al film da parte del Presidente dell'Azione cattolica di Cardile dott. Angelo Rizzo.
Dal film emerge una figura di Piergiorgio Frassati improntata innanzitutto sul servizio. Abbiamo visto le immagini di quando diventa Terziario dell'Ordine domenicano e prende lo scapolare. L'investitura dello scapolare significa servizio come laico, che da un punto di vista etimologico, da “laikòs”, in greco, significa “colui che sta tra il popolo”. E come è risaputo Piergiorgio è stato tra il popolo, tra poveri, prostitute, bisognosi e ammalati, cioè tra gli ultimi. Non a caso il padre capì chi era stato il figlio solo quando al suo funerale si presentarono centinaia di poveri che aveva aiutato durante la sua breve vita, come ha tenuto a sottolineare il presidente dell'Azione cattolica di Cardile.
Il servizio di Frassati si è incarnato nell'immagine dello scapolare che richiama la “coena domini” del giovedì santo, quando Gesù si cinge i fianchi con un grembiule per lavare i piedi ai discepoli, identificandosi così lo scapolare in quel grembiule che anticamente i servi indossavano sopra l'abito per non sporcarlo nei lavori dei campi a servizio del padrone.
Un altro aspetto che emerge dal film è quello della condivisione dei beni affinché si raggiungesse un'uguaglianza e una giustizia sociale in cui Piergiorgio credeva fermamente per ridimensionare il divario tra ricchi e poveri (ricordiamo quando cerca di togliere le scarpe al suo compagno per darle alla famiglia povera del pastore). E questa dimensione della condivisione si inquadra nel Vangelo, quando Gesù non certamente con la bacchetta magica, compie il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, dove il poco se condiviso diventa molto. Ma l'uguaglianza sociale nel rispetto degli ultimi, come la giovane prostituta, è manifesta anche quando si dimette dalla conferenza.
Durante la sua vita Piergiorgio ha incarnato le tre virtù teologali, viste come tre sorelle che si portano per mano, al centro delle quali c'è la sorella speranza, la più fragile, ma sorretta dalle due sorelle maggiori, la Fede e la Carità. Ed è proprio la virtù della speranza che faceva intravedere negli occhi di Piergiorgio l'ottimismo necessario per cambiare il mondo, incoraggiando il suo amico sprofondato nel pessimismo più cupo, in modo che un giorno la Nostra nazione risorgesse sulla base dei valori cristiani.
In conclusione, Piergiorgio è stato un testimone credibile, di quei testimoni di cui oggi la Chiesa in generale, ma anche l'Azione cattolica in particolare ha bisogno come modelli da imitare, allo stesso modo di Papa Francesco in tema di povertà , il quale sostiene una politica del necessario con lotta al superfluo, predicando tutto ciò non a chiacchiere, ma nei fatti. Piergiorgio ha incarnato in pieno il messaggio cristiano dell'amore, della carità e del servizio attraverso una vita operosa, instancabile, spendendo tutto il tempo che aveva a disposizione, sottraendo tempo agli studi universitari a favore di Dio e del prossimo. Il suo intuito lo aveva portato a capire che la sua vita sarebbe stata breve, infatti morì a soli 24 anni di poliomielite fulminante, contratta probabilmente per stare a contatto con i poveri. Diceva in un suo frammento Menandro “Coloro che muoiono giovani sono cari a Dio”. Piergiorgio Frassati fu beatificato il 20 maggio 1990 da Papa Giovanni Paolo II.
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