Nel Medioevo le castagne entrano a far parte della dieta alimentare come elemento integrativo o più spesso sostitutivo del frumento nei periodi di carestia. La castagna e il pane sono due alimenti il cui successo procede parallelamente: il grano in pianura, il castagno in montagna dove il grano faticava a cresce. Arrostita, bollita in acqua o latte, seccata e macinata come il chicco di grano e la farina impiegata in polente, puree e castagnacci, la castagna aveva la stessa valenza del pane e per questo nei paesi dell’area mediterranea il castagno era chiamato “ L’albero del pane ” e la raccolta delle castagne era un grande evento come la battitura del grano. D’altronde da un punto di vista nutrizionale è simile al frumento e al riso e quindi la si può definire “il cereale che cresce sull’albero ”. Diversi sono i castagni millenari: il più antico in Italia è il “ Castagno dei Cento Cavalli ” che ha anche la prerogativa di essere l’albero più grande con un tronco dalla circonferenza di oltre 20 m. Si trova in Sicilia alle falde dell’Etna nei pressi di Sant’Alfio, in provincia di Catania e oggi è una meta turistica. Chiamato dei “Cento Cavalli” perché si narra che durante un temporale la regina Giovanna d’Aragona e i suoi cento cavalli e cavalieri abbiano trovato riparo sotto le sue fronde grazie alle sue notevoli dimensioni. Anche Cardile ricorda le maestose dimensioni del castagno con una pianta millenaria che il Comune ha posizionato nei pressi del centro storico e presso il quale per Natale verrà allestito un presepe a cura di Filadelfo Nastasi. Chiusa nel riccio spinoso la castagna ha suscitato nella cultura cristiana l’immagine di Gesù tormentato. Per lo stesso motivo può essere il simbolo della Vergine Immacolata Concezione: la castagna nasce tra le spine senza esserne scalfita così Maria è immune dal peccato originale nonostante questo la circondi. Sempre per il fatto di essere protetta dal riccio spinoso evoca il concetto di purezza, castità, di qualcosa che deve essere preservato, dall’altra parte il nome stesso latino “casta-nea” contiene la radice casta, cioè pura.
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Borgo di Cardile
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