Il volano per il rilancio del territorio è rappresentato dal turismo inteso in senso lato nelle sue accezioni. E’ qui da intendere non solo un turismo legato alla valorizzazione delle risorse naturali, ma anche storico-religioso, culturale, architettonico, di benessere, etc.
Infatti, chi verrebbe a visitare il Cilento in generale e il borgo di Cardile e della vicina Gioi in particolare resterà affascinato da una natura incontaminata che si presta per apparire in tutti i suoi aspetti più variegati, visto che, proprio per la sua flora varia che contraddistingue la c.d. “biodiversità”, il territorio del Parco è rientrato sotto la tutela dell’Unesco, quale patrimonio dell’umanità. Inoltre, il turista verrebbe affascinato anche da altri aspetti positivi, quali l’ospitalità, la salubrità dell’aria, la vicinanza al mare. Si potrebbe avviare così un turismo culturale, con la valorizzazione dei borghi antichi ormai abbandonati e sfitti e di conseguenza si avrebbe un ritorno economico per i proprietari delle case del centro storico, che potrebbe diventare un “Paese albergo”, come avviene in altre realtà d’Italia. Inoltre, i benefici possono ricadere sui visitatori nel contesto di un turismo di benessere, da un punto di vista della salubrità psico-fisica, considerato che nel Comune di Gioi sono stati realizzati di recente dei percorsi a piedi, a dorso d’asino o di cavallo o in bici tra Gioi e Cardile, i quali possono costituire per il turista un riappropriarsi e un riconciliarsi con la natura, in un mondo come quello attuale in cui si è vittima di ansia e di preoccupazioni per la frenesia della vita quotidiana soprattutto nelle città. Lo stress, la fretta, le preoccupazioni. Siamo troppo stanchi, continuamente assillati dagli affanni della vita di ogni giorno e, il brutto periodo che attraversiamo, impone ritmi frenetici. Il tempo che dedichiamo a noi stessi, alla visita a qualche santuario per essere assorti nella meditazione e nella preghiera o, semplicemente, al raccoglimento, è diminuito o – molto spesso – è inesistente.
I sentieri che si snodano per la visita alle cascate sono in congiunzione con la antica via che collegava Gioi con la Civitella e che di recente è sta sistemata dalla Comunità montana “Gelbison Cervati”, lungo la quale sono state sistemate le 14 stazioni della Via Crucis e che vogliono essere anche uno sprone per creare momenti in cui, accantonati la fretta e lo stress che accompagnano quotidianamente le nostre vite, si possa rimanere da soli a pregare o a ringraziare Dio per le meraviglie paesaggistiche che possediamo e che si possono godere in questo percorso naturalistico che conduce fino al piccolo santuario dedicato alla Madonna del Carmine. Così il visitatore che si inerpica lungo le colline del Cilento trova in luoghi come quello della Cappella della Madonna del Carmine un’ oasi di pace e di contemplazione per lo scenario incantevole che si presenta ai suoi occhi nell’ammirare, da oggi anche con l’ausilio di un cannocchiale, l’ampia vallata dell’Alento, scorrendo con lo sguardo dal Monte Gelbison al Monte Stella, passando per la torre di Velia. Sembra quasi che in un territorio cilentano, desolato e abbandonato, una lacrima della misericordia di Dio sia caduta per donare tanta bellezza e per irrorare come rugiada le verdeggianti colline prospicienti.
Inoltre, si ricollegano al percorso naturalistico delle cascate altri due itinerari volti alla valorizzazione del centro storico di Cardile e il sentiero che conduce all’antico Casale di Teano, da cui ha avuto origine il borgo di Cardile, quando Teano, nel ‘500, fu distrutto dall’invasione dei Saraceni. Suggestivo è lo scenario architettonico che il turista può ammirare inoltrandosi nell’intricata serie di passaggi in pietra del Centro storico di Cardile.
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Borgo di Cardile
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