Proprio nel cuore del Parco Nazionale del Cilento sorge Cardile, la cui posizione geografica permette di offrire una veduta molto ampia, che spazia dal mare delle coste cilentane al Sacro Monte della Madonna. Infatti, la cappella della Beata Vergine del Carmine fa parte, secondo la tradizione orale, insieme alla Madonna del Sacro Monte di Novi Velia e ad altre cinque cappelle, delle cosiddette “Sette Sorelle”. Costruita sul precipizio di una rupe, offre al visitatore un panorama incantevole e forma insieme alle altre, data la particolare posizione geografica occupata, un cerchio immaginario che racchiude la Valle dell’Alento, protetta dallo sguardo delle sette Madonne prospicienti.
Il visitatore che si inerpica lungo le colline del Cilento trova in luoghi come quello della Cappella della Madonna del Carmine un’oasi di pace e di contemplazione per lo scenario incantevole che si presenta ai suoi occhi nell’ammirare, da oggi anche con l’ausilio di un cannocchiale (realizzato dalla ditta Vellardi di Rosa’ – Vicenza), l’ampia vallata dell’Alento, scorrendo con lo sguardo dal Monte Gelbison al Monte Stella, passando per la torre di Velia. Sembra quasi che in un territorio cilentano, desolato e definito dai Borboni “Terra dei tristi e dei briganti”, una lacrima della misericordia di Dio sia caduta per donare tanta bellezza e per irrorare come rugiada le verdeggianti colline prospicienti.
Ripercorrendo la strada antica che collegava il paese a Gioi e alla Civitella, e che si snoda dall’attuale centro storico del paese, il paesaggio che si incontra è naturalmente ricco di flora mediterranea, che si può ammirare soprattutto nel periodo primaverile. Ma l’itinerario più suggestivo è costituito dal tratto in cui il corso d’acqua, che nasce dalla montagna alle spalle del paese, crea delle spettacolari cascate che sgorgano tra il verde degli ontani da cui il fiume stesso è costeggiato ampiamente.
Le sue sponde, in un tratto, sono unite da un ponte in pietra, le cui origini si perdono nella memoria, essendo di probabile origine romana. La presenza massiccia di vari mulini dislocati lungo il corso del torrente, dei quali ancora oggi restano dei ruderi visibili, testimonia l’intenso sfruttamento, operato in passato dalle popolazioni locali, della forza dell’acqua che solca questa vallata, ed il segno di un’economia prevalentemente agricola.
Una natura così varia e incontaminata giustifica anche la ricchezza di fauna: non è raro, infatti, osservare il volo solitario di qualche falco pellegrino stagliarsi nel cielo, né sorprendere, dopo l’imbrunire, la varietà di animaletti notturni che popolano le montagne circostanti: tassi, faine, volpi, marmotte, cinghiali, gufi reali; tutte, ovviamente, specie protette!
L’augurio che si vuole indirizzare a tutta la comunità di Cardile e a quanti si fermeranno presso questo piccolo tempio della fede mariana è che la cappella così sistemata nel suo percorso naturalistico possa essere visitata per la sua bellezza, perchè come dice Dostoevskij “la bellezza salverà il mondo”, considerato che in tre cose si specchia la volontà di Dio: la giustizia, la bontà e soprattutto la bellezza.
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Borgo di Cardile
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