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> Significato dello Stemma del Terz’Ordine Carmelitano
> I Fiori del Carmelo
> Lettera P.Pious Kandathil Ocarm
...tra arte, storia, natura e tradizione
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...tra arte, storia, natura e tradizione
> Significato dello Stemma del Terz’Ordine Carmelitano
> I Fiori del Carmelo
> Lettera P.Pious Kandathil Ocarm
Alla presenza del provinciale del Terz’Ordine Carmelitano P. Enrico Ronzini, della presidente Marisa Fotia Martino e dell’ assistete P. Domenico Fiore dell’Eremo di Capaccio, il 25 marzo 2012 giorno dell’Annunciazione, venticinque aspiranti terziari di Cardile (frazione di Gioi (SA), nel cuore del Parco nazionale del Cilento), presso la cappella della Madonna del Carmine entreranno nel noviziato, ricevendo in questa prima tappa del cammino: il distintivo dell’Ordine ed il Vangelo. Dopo aver affrontato nel periodo di discernimento tematiche relative alla famiglia, alla Chiesa, alla preghiera, all’impegno dei laici nella Chiesa dopo il noviziato la formazione proseguirà per un altro anno in cui gli iscritti avranno la possibilità di conoscere meglio anche alcune figure di Santi carmelitani e riceveranno lo Scapolare e la Regola del Terz’Ordine Carmelitano.
Nelle lezioni del primo anno di discernimento tenute da Padre Domenico Fiore e dal parroco di Cardile, don Angelo Imbriaco, i partecipanti hanno potuto apprendere i capisaldi su cui si poggia la regola del Carmelo:
1 – il nascondimento: contrastare quella che oggi si definisce la “logica dell’apparire”; la fondatrice delle ancelle di Santa Teresa del Bambin Gesù diceva che nella vita operosa dei carmelitani bisogna essere come le violette, che sono nascoste, ma di esse si percepisce soltanto il profumo;
2 – il silenzio: scegliere la via della contemplazione nel silenzio, lontano dal trambusto quotidiano del mondo e dal continuo chiacchiericcio che allontana da Dio; per descrivere il valore del silenzio, la regola cita per intero due frasi del profeta Isaia: “la giustizia è coltivata nel silenzio” ed “è nel silenzio e nella speranza che si incontrerà la vostra forza”;
3 – la fraternità: proiettare il proprio servizio verso gli altri in uno spirito di assoluta gratuità, senza che ci si attenda qualcosa in contraccambio, seguendo il modello di Cristo che per amore ha dato tutto se stesso per l’umanità fino alla morte di croce, tanto che nell’iconografia di pitture e mosaici, Cristo viene spesso simboleggiato con la figura del pellicano, un uccello che ciba con i pesci i suoi figli e che è disposto, nel momento di carenza di cibo, a strappare la propria carne dal petto per non far morire di fame i suoi piccoli;
4 – la purezza: il battesimo ci impegna a vivere nella purezza del cuore con fedeltà: “come figli obbedienti…Voi sarete santi, perché io sono santo”(1 Pt.1, 14-16);
5 – la perfezione in Cristo: ispirarsi al modello di Elia che tanto si impegnò nella battaglia contro i falsi profeti, affinché il vero ed unico Dio fosse riconosciuto da tutti. i Carmelitani in virtù dello Spirito che distribuisce a ciascuno i Suoi doni devono tendere ad una vita sobria e pura per giungere alla perfezione in Cristo, affinché si realizzi in questo mondo, secondo la regola carmelitana, il disegno di Dio, che vuole riunire tutti in un unico Popolo Santo.